FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - LA SAMARITANA di Kim Ki-duk
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > LA SAMARITANA di Kim Ki-duk   
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 | 4 Pagina successiva )
Autore LA SAMARITANA di Kim Ki-duk
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 06-02-2006 15:17  
quote:
In data 2006-02-06 15:12, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2006-02-06 11:33, AlZayd scrive:


"Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano."
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-02-2006 alle 11:35 ]


ci si ritrova, quindi, ad assistere ad un brusco calo nella coerenza espressiva e nell'intensità dell'opera, fino ad allora incentrata unicamente sul freddo realismo,
[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 06-02-2006 alle 15:13 ]



è qui che ti sbagli secondo me
sia sul realismo che sul freddo

maguardatusemi tocca difendere kim ki duk

  Visualizza il profilo di kagemusha  Invia un messaggio privato a kagemusha    Rispondi riportando il messaggio originario
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 06-02-2006 15:20  
[quote]In data 2006-02-06 11:33, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-02-06 03:58, 13Abyss scrive:
"Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano."





_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-02-2006 alle 11:35 ]



nè pricipe nè plebeo
un piccolo nobile al massimo
_________________
http://trifo.blogspot.com

  Visualizza il profilo di kagemusha  Invia un messaggio privato a kagemusha    Rispondi riportando il messaggio originario
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 06-02-2006 16:11  
quote:
In data 2006-02-06 14:52, stevie scrive:


Oops.. tutte le volte che metto mouse in tutto cinema mi sento di troppo.
Scusate il disturbo.




Hai un mause refrattario all'ironia?
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

  Visualizza il profilo di AlZayd  Invia un messaggio privato a AlZayd  Vai al sito web di AlZayd    Rispondi riportando il messaggio originario
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 06-02-2006 16:13  
quote:
In data 2006-02-06 15:12, 13Abyss scrive:
a maggior ragione perchè si tratta di Kim Ki Duk si dovrebbe essere più critici nel giudicare,



Sono di passaggio, di corsissima per andare al cinemà. Ciao abysso,torno presto! (non come il mio barbiere...)
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

  Visualizza il profilo di AlZayd  Invia un messaggio privato a AlZayd  Vai al sito web di AlZayd    Rispondi riportando il messaggio originario
stevie

Reg.: 26 Feb 2004
Messaggi: 2135
Da: viterbo (RM)
Inviato: 06-02-2006 16:15  
quote:
In data 2006-02-06 16:11, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-02-06 14:52, stevie scrive:


Oops.. tutte le volte che metto mouse in tutto cinema mi sento di troppo.
Scusate il disturbo.




Hai un mause refrattario all'ironia?





Quando non capisco le citazioni mi torna quella fastidiosa sensazione di essere stato scambiato nella culla e di essere figlio di un eschimese mutante.
_________________
Save the cheerleader, save the world

  Visualizza il profilo di stevie  Invia un messaggio privato a stevie    Rispondi riportando il messaggio originario
13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 06-02-2006 17:50  
quote:
In data 2006-02-06 15:17, kagemusha scrive:
quote:
In data 2006-02-06 15:12, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2006-02-06 11:33, AlZayd scrive:


"Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano."
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-02-2006 alle 11:35 ]


ci si ritrova, quindi, ad assistere ad un brusco calo nella coerenza espressiva e nell'intensità dell'opera, fino ad allora incentrata unicamente sul freddo realismo,
[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 06-02-2006 alle 15:13 ]



è qui che ti sbagli secondo me
sia sul realismo che sul freddo

maguardatusemi tocca difendere kim ki duk



si, ma non è che affermare soltanto "ti sbagli" assume una qualche valenza veritiera...
e le motivazioni sul senso errato delle mie opinioni?
in questo modo difendi ben poco...

  Visualizza il profilo di 13Abyss  Invia un messaggio privato a 13Abyss  Email 13Abyss    Rispondi riportando il messaggio originario
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 06-02-2006 18:13  
quote:
In data 2006-02-06 17:50, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2006-02-06 15:17, kagemusha scrive:
quote:
In data 2006-02-06 15:12, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2006-02-06 11:33, AlZayd scrive:


"Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano."
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-02-2006 alle 11:35 ]


ci si ritrova, quindi, ad assistere ad un brusco calo nella coerenza espressiva e nell'intensità dell'opera, fino ad allora incentrata unicamente sul freddo realismo,
[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 06-02-2006 alle 15:13 ]



è qui che ti sbagli secondo me
sia sul realismo che sul freddo

maguardatusemi tocca difendere kim ki duk



si, ma non è che affermare soltanto "ti sbagli" assume una qualche valenza veritiera...
e le motivazioni sul senso errato delle mie opinioni?
in questo modo difendi ben poco...


semplicemente non ci vedo molto di realistico in nessun momento della samaritana

scene come il suicidio del padre di famiglia
il salto della ragazza sulla strada
il personaggio della ragazza che muore
tutti i dialoghi con i clienti vari
a me sembra che in kkd tutto sia filtrato dalla stilizzazione artistica tutto tende a caricarsi di valenze metaforiche e simboliche che, d'accordo, nell'ultima mezz'ora si fanno più evidenti mano a mano che i personaggi si allontanano dalla città verso la natura.
ma non c'è nessuna stonatura semmai una lenta evoluzione, un crescendo poetico.
_________________
http://trifo.blogspot.com

  Visualizza il profilo di kagemusha  Invia un messaggio privato a kagemusha    Rispondi riportando il messaggio originario
pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 07-02-2006 00:25  
io fondamentalmente non ho capito perchè le "strisce gialle" dovrebbero spingere sul figurativo più del resto del film.
di base abbiamo un padre che vuole insegnare a sua figlia a guidare. con tutti gli annessi e connessi dal punto di vista metaforico, ma questi non mancano in un solo frame dei film di ki-duk.
poi ripeto, a me sembra una scena assolutamente incredibile, credo che lo stacco con la precedente sequenza onirica sia un momento di una potenza emotiva che forse non conosce pari nel cinema del coreano, se non negli istanti finali di ferro 3.

[ Questo messaggio è stato modificato da: pkdick il 07-02-2006 alle 00:28 ]

  Visualizza il profilo di pkdick  Invia un messaggio privato a pkdick    Rispondi riportando il messaggio originario
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 08-02-2006 00:22  
quote:
In data 2006-02-06 15:12, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2006-02-06 11:33, AlZayd scrive:


"Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano."
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-02-2006 alle 11:35 ]



a maggior ragione perchè si tratta di Kim Ki Duk si dovrebbe essere più critici nel giudicare, o meno intellettualmente "esprimere un parere", riguardo alle sequenze finalidel film.
ad essere sincero, ho trovato proprio l'unità espressiva la vera pecca di quest'opera. a differenza di altri film del regista, la combinazione fra realismo e stato onirico non è reso alla perfezione: il secondo timbro compare solo sul finale, lo introduce, creando però confusione proprio sul piano dell'unità, non solo espressiva ma anche narrativa.
quelle strisce gialle inducono a concentrare l'attenzione solamente sull'aspetto figurativo (come se ci si trovasse di fronte alle peggiori inquadrature di Greenaway... e qui, Alzayd, ti potresti inalberare...), peraltro intriso di facile simbolismo e vacuità di intenti. ci si ritrova, quindi, ad assistere ad un brusco calo nella coerenza espressiva e nell'intensità dell'opera, fino ad allora incentrata unicamente sul freddo realismo, che devia il sentiero comunicativo su tragitti totalmente estranei al resto dell'opera.
eppure il regista coreano era riuscito a fondere l'onirico al reale alla perfezione in Bad Guy...
ecco, riguardatevi quel film, il suo finale anch'esso "acquatico", e potrete notare come riesca ad assumere una perfetta coerenza con l'intera struttura dell'opera...
per carità, sia ben chiaro che sono ben lungi dallo screditare La Samaritana, che si è rivelato comunque un ottimo film, ben superiore alla media mondiale, ma lontano da altre vette raggiunte dal regista...

[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 06-02-2006 alle 15:13 ]



Capisco il tuo punto di vista, e ritengo anch'io che il regista, sul piano formale, abbia fatto di meglio. Tuttavia tra i suoi film la Samaritana è quello che mi ha preso, inquietato di più; le sue immagini le ricordo, le riassaporo di più, in maniera pre-logica. Lo riguarderò, ho il DVD pronto.., come intendevo già fare proprio per soffermarmi meglio sugli aspetti formali. Però mi sembra che quel "freddo" realismo a cui fai riferimento, nonostante le valenze metaforiche di quella sequenza, non venga meno; qualla scena ha un senso pratico. Lui sa che a breve verranno ad arrestarlo; la figlia non sa guidare, e allora... Ma forse dico cazzate. Rimandiamo a dopo la re-visione, per scrupolo... C'è qualche inquadratura di Greenaway che sia venuta male?
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

  Visualizza il profilo di AlZayd  Invia un messaggio privato a AlZayd  Vai al sito web di AlZayd    Rispondi riportando il messaggio originario
13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 08-02-2006 04:41  

quote:
In data 2006-02-08 00:22, AlZayd scrive:

Capisco il tuo punto di vista, e ritengo anch'io che il regista, sul piano formale, abbia fatto di meglio. Tuttavia tra i suoi film la Samaritana è quello che mi ha preso, inquietato di più; le sue immagini le ricordo, le riassaporo di più, in maniera pre-logica. Lo riguarderò, ho il DVD pronto.., come intendevo già fare proprio per soffermarmi meglio sugli aspetti formali. Però mi sembra che quel "freddo" realismo a cui fai riferimento, nonostante le valenze metaforiche di quella sequenza, non venga meno; qualla scena ha un senso pratico. Lui sa che a breve verranno ad arrestarlo; la figlia non sa guidare, e allora... Ma forse dico cazzate. Rimandiamo a dopo la re-visione, per scrupolo... C'è qualche inquadratura di Greenaway che sia venuta male?




ecco.
il fatto che le sue immagini abbiano una valenza d'impatto forse maggiore di quelle di altre sue opere potrebbe sottolineare proprio ciò che vado dicendo...

non ci sono dubbi sull'incisività dei quadri di Ki-Duk: le inquadrature dei suoi film che permeano il nostro sguardo lo fanno con una carezza o con un pugno, ma sempre con gusto artistico deciso e sapiente. prese nella loro singola entità non possono che colpirci.
mi viene in mente il suicidio del padre di famiglia, il rigore simmetrico che gestisce gli spazi urbani della prima parte e quelli bucolici del viaggio finale, ma anche la stessa spiaggia tramutata in parcheggio virtuale, che porta in esterni il ricordo del palco di Dogville, per un attimo...
tutti questi ambienti vengono rappresentati con eccelse scelte di inquadrature e le azioni che li riempiono assumono connotati decisamente enfatizzati dal metodo di ripresa del regista.

purtroppo è inopportuno fermarsi ad ammirare la costruzione "discreta" (inquadratura per inquadratura) dell'opera, senza valutare il contesto globale e la resa narrativa che il montaggio produce da questi singoli elementi.
se Kim Ki Duk aveva rasentato la perfezione anche in tale raffinamento del senso filmico nelle sue precedenti opere, ritengo che qualche netta imperfezione sia da imputare a La Samaritana, soprattutto nelle ultime sequenze.
per carità, parlo sempre in vece del mio gusto personale e non di assiomi da confutare: ciò che ho trovato di stridente e sbagliato nel film può benissimo (e comprensibilmente) essere denotato da qualcun altro come uno dei punti forti dell'opera... resta il fatto che queste lievi pecche, secondo me, hanno smembrato l'unità formale ed espressiva del film in alcune sequenze scollegate ed inopportune al tipo di regia che Ki Duk professa.
la conclusione dell'iter umano a cui assistiamo lascia, visivamente, solo stralci di richiamo al resto del percorso: è accettabile tripartire un racconto e distinguire le tre diverse entità narrative con altrettanto distinte modalità registiche ed emozionali, ma non si può gestire quattro/quinti del film secondo un'ottica che induce all'unità espressiva per poi lasciarsi andare ad estemporanei momenti onirici, che destabilizzano il senso della realtà e della significazione conclusiva, e a ingenue metafore sulla necessità di prendere "la patente della maturità obbligata"...
non so, l'ho trovato dannatamente incoerente.

quando parlavo di "freddo realismo", indicando tutto il resto del film, volevo portare all'attenzione come i fatti narrati fossero esposti in maniera secca ed evidente, nonostante un certosino lavoro di sottrazione visiva che si sforza di non accentuare con il banale "elemento esplicito" i fatti più violenti. il suicidio del padre di famiglia è in fuori campo, il massacro nel bagno pubblico non eccede nel mostrare la cruenza sanguinaria del fatto, ma noi sappiamo che ciò sta accadendo realmente e che non stiamo assistendo ad una favola per bambini. vengono sviscerate la crudeltà, le incomprensioni, le morbosità dell'essere umano, come nella maggior parte delle opere di Kim Ki Duk. ci viene esposta l'inevitabilità di una ben determinata visione pessimistica sull'uomo.
se Ferro3 si lasciava andare ai silenzi dell'amore, alla bellezza dell'incomunicabilità, qui ci troviamo di fronte solo ad eventi schiavi di un imprescindibile e cupo destino. l'occhio della macchina da presa è freddo proprio in questo senso, perchè non lascia sfogo ad elementi irreali che attenuino ciò che ci viene mostrato, pur non escludendo valenze metaforiche che possono ergersi dietro l'atto rappresentato.
nel finale, invece, la prospettiva impazzisce, immergendosi in un pout-pourri che afferra a piene mani scelte registiche appartenenti ad altre opere del regista, ma non a questa. c'è come un taglio netto che smembra la conclusione dal corpo uniforme del film, disperdendola in un simbolismo tutt'altro che eccelso o adeguato...

bene.
adesso che ho concluso è bene chiarire che ho visto La Samaritana un'unica volta, numerose settimane fa.
potrei essere io quello che spara cazzate e non ha compreso il senso di quelle scelte.
o magari mi sono espresso di merda, visto il poco tempo e la tarda ora...
una re-visione non mi farebbe affatto male, anche perchè Kim Ki Duk è sempre un piacere, Samaritana compresa.
un pò come il Cavalier Condorelli.
ahhhhhhhhh...torroncini.....


_________________
- Continuerò vagando... -

[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 08-02-2006 alle 04:43 ]

  Visualizza il profilo di 13Abyss  Invia un messaggio privato a 13Abyss  Email 13Abyss    Rispondi riportando il messaggio originario
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 08-02-2006 09:09  
quote:
In data 2006-02-08 04:41, 13Abyss scrive:

quando parlavo di "freddo realismo", indicando tutto il resto del film, volevo portare all'attenzione come i fatti narrati fossero esposti in maniera secca ed evidente, nonostante un certosino lavoro di sottrazione visiva che si sforza di non accentuare con il banale "elemento esplicito" i fatti più violenti. il suicidio del padre di famiglia è in fuori campo, il massacro nel bagno pubblico non eccede nel mostrare la cruenza sanguinaria del fatto, ma noi sappiamo che ciò sta accadendo realmente e che non stiamo assistendo ad una favola per bambini. vengono sviscerate la crudeltà, le incomprensioni, le morbosità dell'essere umano, come nella maggior parte delle opere di Kim Ki Duk.

_________________
- Continuerò vagando... -

[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 08-02-2006 alle 04:43 ]



ti sei spiegato. e pure bene
continuo a pensare però che le parole "freddo realismo" non siano quelle che dovevi usare. se non altro perchè "realismo" ci riporta a tutto un'altro tipo di film.

sono anche tentato di darti ragione sul cambio di approccio registico alla storia che la mezz'ora finale lascia vedere tuttavia continuo a non trovarlo così netto e disturbante come l'hai trovato tu. lo vedo progressivo e in gran aprte giustificabile dal cambio di ambientazione e di situazione. Tutta la parte centrale del film, la più crudele, si basa sul confronto fra estranei la parte finale invece sul confronto padre-figlia e se kkd si è fatto prendere dal sentimento ben venga. la variazione dello stile in un'opera a volte è un pregio non un difetto, questa è una di quelle volte secondo me.

  Visualizza il profilo di kagemusha  Invia un messaggio privato a kagemusha    Rispondi riportando il messaggio originario
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 08-02-2006 09:11  
[quote]In data 2006-02-08 00:22, AlZayd scrive:
[quote]In data 2006-02-06 15:12, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2006-02-06 11:33, AlZayd scrive:


C'è qualche inquadratura di Greenaway che sia venuta male?




no. solo tanti film
_________________
http://trifo.blogspot.com

  Visualizza il profilo di kagemusha  Invia un messaggio privato a kagemusha    Rispondi riportando il messaggio originario
13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 08-02-2006 17:52  
quote:
In data 2006-02-08 09:09, kagemusha scrive:

ti sei spiegato. e pure bene
continuo a pensare però che le parole "freddo realismo" non siano quelle che dovevi usare. se non altro perchè "realismo" ci riporta a tutto un'altro tipo di film.

sono anche tentato di darti ragione sul cambio di approccio registico alla storia che la mezz'ora finale lascia vedere tuttavia continuo a non trovarlo così netto e disturbante come l'hai trovato tu. lo vedo progressivo e in gran aprte giustificabile dal cambio di ambientazione e di situazione. Tutta la parte centrale del film, la più crudele, si basa sul confronto fra estranei la parte finale invece sul confronto padre-figlia e se kkd si è fatto prendere dal sentimento ben venga. la variazione dello stile in un'opera a volte è un pregio non un difetto, questa è una di quelle volte secondo me.



intanto è bene far presente che desidero, anzi pretendo, utilizzare il termine "realismo" senza sottintendere alcun legame con movimenti o tipologie di cinema. con il neo-realismo italiano in particolar modo.
il significato da attribuirgli è più generico. consideratelo come l'elemento aggregante di una certa tipologia di fatti narrati e svincolato perlopiù dal piano formale che ad esso è conseguente.
se si minimizzano (e non necessariamente escludendole del tutto) le ellissi, le connotazioni surreali, le figure retoriche e tutto ciò che tende ad estraniarsi dall'esplicita rappresentazione visiva di un evento, rimane, appunto, la visione realista.
ecco perchè non vedo alcuna contraddizione nel mio utilizzo del termine.

secondariamente, vorrei chiarire che non trovo il cambio di stile un errore a prescindere: molti autori moderni ne fanno un ottimo utilizzo, basti pensare al solito Tarantino, ma anche, dirigendosi verso l'oriente, a Kitano.
ecco, Kitano.
prendiamo ad esempio Sonatine.
in questo film i cambi di registro sono innumerevoli, inoltre anch'esso utilizza una particolare tripartizione del soggetto filmico: città, spiaggia, resa dei conti...
eppure, nonostante Kitano si lasci andare a momenti surreali e onirici (i balli nella spiaggia, il sogno del suo suicidio...), questi non abbandonano mai il corpo unicum di significazione, bensì devono essere presi come "arti collaterali" che attraverso una differente prospettiva accentuano i sentimenti e l'emotività di cui sono intrise le situazioni (il ballo indica una folle ricerca di innocenza e spensieratezza tragicamente effimera, mentre il suicidio assume aspetti premonitori sulla figura dello yakuza). tutto questo considerando che Kitano riesce ad inserire tali momenti nel contesto filmico con un'eleganza ed una coerenza non indifferenti (basti pensare al montaggio degli stessi) e senza mai scadere in rappresentazioni visive banali.
difetti che, invece, ho ritrovato parzialmente presenti nella Samaritana, come affermavo prima...

[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 08-02-2006 alle 17:55 ]

  Visualizza il profilo di 13Abyss  Invia un messaggio privato a 13Abyss  Email 13Abyss    Rispondi riportando il messaggio originario
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 18-09-2006 01:34  
sono in un certo senso d'accordo con abyss, quando dice che il finale è incoerente considerando l'intera opera. tuttavia secondo me il finale è la parte migliore del film.
Il fatto è che Samaria (girato prima di Ferro 3) è un film di ricerca, è come un foglio con degli schizzi preparatori, è un film in cui Kim Ki Duk cerca di definire una volte per tutte la sua poetica, fondendo gli elementi viscerali dei primi film con la nuova-ma-anche-no strada poetica e intimista di Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera.
Per questo Samaria è un film (necessariamente) indefinito, impreciso, incostante, a volte anche un po' insicuro.
Il coreano cerca anche di affinare la tecnica, dedica molta attenzione alla composizione del quadro (non solo dal punto di vista del soggetto) ma a volte eccede in una sterile estetizzazione formale, come nel suicidio dell'uomo che si butta dal balcone.
E poi arriva il finale, quasi un cortometraggio a parte, che è il vero anello di congiunzione tra Primavera, estate... e Ferro 3. Fantasmi, persone reali e luoghi immaginari o immaginabili; sogni, illusioni, allusioni; impatto con la realtà; silenzi, isolamento della parola e isolamento della persona.
E la macchina da presa si allontana anch'essa. Fino all'interruzione, fino al(-l'ultimo) nero. Deve svegliarsi la protagonista, o dobbiamo svegliarci noi?
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

  Visualizza il profilo di sandrix81  Invia un messaggio privato a sandrix81  Vai al sito web di sandrix81    Rispondi riportando il messaggio originario
mookie

Reg.: 03 Mag 2006
Messaggi: 166
Da: Sezze (RM)
Inviato: 18-09-2006 14:25  
raggazzi, io non so voi,

ma alla samaritana, io, mela farei.

arrivederci.
_________________
...e non saprai mai se un ricordo è qualcosa che hai, o che hai, invece, perduto per sempre...

  Visualizza il profilo di mookie  Invia un messaggio privato a mookie    Rispondi riportando il messaggio originario
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 | 4 Pagina successiva )
  
0.134651 seconds.






© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: